Nel Quattrocento i progressi
del volgare continuano,ad esempio attraverso la sua adozione negli statuti delle
città e nelle cancellerie signorili. Ma a cercare di rallentare questo processo
di diffusione ci sono i tentativi degli umanisti
(o di una loro cospicua parte) che continuano a preferire, quale strumento
di cultura, il latino. Da qui una serie di dispute e trattati che continueranno
fino al XVI secolo nel quale, finalmente, attraverso le discussioni sulla questione della lingua, si arriverà
alla regolamentazione (in senso grammaticale) del volgare italiano con le Prose
della volgar lingua di Pietro Bembo
(1525). Anche la diffusione della stampa influenza nel Cinquecento la lingua
perché è fonte di regole più chiare per quel che riguarda la grafia.