sabato 21 dicembre 2019
martedì 17 dicembre 2019
ITALIANO 1^ - Epica. Iliade: parafrasi de' "L'icontro di Ettore e Andromaca alle Porte Scee"
OMERO, Iliade
Libro VI
Ettore e Andromaca alle porte
Scee
PARAFRASI
“Ora mi rimani solo tu, amato
Ettore, tu che (dato che la mia famiglia non c’è più) mi sei, al medesimo tempo
padre, madre, fratello e fiorente sposo. Ti prego, abbi pietà di me e resta qui
su questa torre! Non fare in modo che io diventi vedova né che tuo figlio
divenga orfano.
Raduna i guerrieri presso il fico
selvatico, là dove i nemici scoprirono un più facile accesso alla città e un
punto in cui più velocemente si possono scalare le mura: già tre volte gli
Achei, seguendo gli Aiaci e gli Atridi e Idomeneo e Diomede, là diedero prova
di valore: forse un indovino aveva loro indicato quel passaggio, o forse li ha
guidati là il loro ardire.”
Rispose Ettore:
“Dolce moglie, tutto ciò che hai
detto angustia anche il mio cuore; ma temo il disprezzo che i Troiani e le loro
superbe donne dai morbidi abiti mostrerebbero verso di me se io, soldato vile,
non partecipassi alla battaglia, ne evitassi le prove. Non me lo permette il
mio cuore. Ho imparato da tempo ad essere forte e a volare tra i primi negli
aspri combattimenti, per difendere la gloria di mio padre e la mia.
Ma so, purtroppo, in cuor mio che
arriverà il giorno in cui tutta la rocca di Troia con il suo Re, Priamo, e la
sua gente cadrà. Non mi affligge, però, il dolore dei Troiani, né quello di
Ecuba, mia madre, né quello del mio vecchio padre o dei miei fratelli, che,
molti e valorosi, cadranno nella polvere sotto il ferro nemico; no, non di
questi mi affligge il dolore, o moglie, quanto la pena per il tuo destino, se
mai accadesse che un qualche Acheo, con la corazza ancora sporca di sangue dei
tuoi parenti, ti trascini piangente in schiavitù. Oh, infelice! Ad Argo saresti
costretta a tessere la tela per ordine e in casa di una straniera; con
disgusto, ma costretta dal destino, dovresti portare alla superba signora
l’acqua dalla fontana di Messide o da quella Iperea; e qualcuno, vedendoti
lacrimare, potrebbe dire : Ma quella è la nobile sposa di Ettore, che era il
primo tra gli eroi troiani, abili domatori di cavalli, al tempo in cui si
combatteva a Troia! Così potrebbe esclamare qualcuno: e allora tu saresti
trafitta da un nuovo dolore e sentiresti ancor più vivo in cuore il desiderio
che un simile sposo arrivasse a sciogliere le tue catene.
La terra ricopra il mio cadavere
piuttosto che oda i lamenti di te schiava!”
venerdì 13 dicembre 2019
giovedì 12 dicembre 2019
ITALIANO 1^ - Compiti per le vacanze natalizie 2
COMPORRE UNO SCHEMA "AD AL BERO" RICOSTRUENDO I LEGAMI ESISTENTI TRA I PERSONAGGI DEL SEGUENTE BRANO, SECONDO L'ESEMPIO DATO IN FONDO AL BRANO
IL RAFFREDDORE
Mio
cognato, dal lato paterno aveva un cugino germano, lo zio materno del quale
aveva un suocero il cui nonno paterno aveva sposato in seconde nozze una
giovane indigena, il cui fratello, nei suoi viaggi, aveva incontrato una
ragazza della quale si era innamorato e dalla quale aveva avuto un figlio che
sposò poi un’intrepida farmacista, la quale altro non era che la nipote di uno
sconosciuto quartiermastro della Marina Britannica, il di cui padre adottivo
aveva una zia in grado di parlare correttamente lo spagnolo e che era, forse,
una delle nipoti di un ingegnere morto in giovane età, nipote a sua volta di un
proprietario di vigne dalle quali si ricavava un vino assai mediocre, ma che
aveva un cugino, casalingo e sottotenente, il cui figlio aveva sposato una
graziosissima signora, un po’ divorziata, il primo marito della quale era
figlio di un vero patriota che aveva saputo educare una delle proprie figlie
nell’ambizione di fare fortuna, la quale era riuscita a sposare un fattorino
che aveva conosciuto Rothschild e il cui fratello, dopo aver cambiato parecchi
mestieri, si sposò ed ebbe una figlia, il cui bisnonno, gracilino, portava gli
occhiali che gli aveva regalati un suo cugino, cognato di un portoghese, figlio
naturale di un mugnaio, non troppo povero, il fratello di latte del quale aveva
preso in moglie la figlia di un medico di campagna, a sua volta fratello di
latte di un lattaio, a sua volta figlio naturale di un altro medico di
campagna, sposato tre volte di seguito, e di cui la terza moglie era la figlia
della migliore levatrice della regione e che, vedova di buonora, come mia
moglie, si era sposata con un vetraio pieno di zelo, il quale, alla figlia di
un capostazione, aveva fatto un figlio destinato a fare la sua strada, ferrata,
come la mazza, e aveva sposato una venditrice di spazzature, il cui padre aveva
un fratello, sindaco di una piccola città, che aveva preso in moglie una
maestra bionda, il cugino della quale, pescatore con la rete, ferroviaria,
aveva preso in moglie un’altra maestra bionda, chiamata Maria, il cui fratello
aveva sposato un’altra Maria, anche lei maestra bionda, il cui padre era stato
allevato nel Canada da una vecchia, che era nipote di un parroco, la nonna del
quale, talvolta, d’inverno, come capita a tutti, si buscava un raffreddore.
da LA CANTATRICE CALVA
di E. Ionesco
ITALIANO 1^ - Compiti per le vacanze natalizie 1
FARE IL RIASSUNTO DEL SEGUENTE BRANO
LA
QUERCIA DEL
TASSO di A. Campanile
Quell'antico tronco d'albero che
si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco,
morto,
corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è
stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama
la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi
sotto, quand'essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano
così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno
tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da
essa, c'era, ai tempi del grande e infelice poeta, un'altra quercia fra le cui
radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti
tassi.
Un caso.
Ma a cagione di esso si parlava
della quercia del Tasso con la "t" maiuscola e della quercia del
tasso con la "t" minuscola.
In verità c'era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per
distinguerlo dall'altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso.
Alcuni credevano che appartenesse
al poeta, perciò lo chiamavano "il tasso del Tasso"; e l'albero era
detto "la quercia del tasso del Tasso" da alcuni, e "la quercia
del Tasso del tasso" da altri.
Siccome c'era un altro Tasso
(Bernardo, padre di Torquato, poeta anch'egli), il quale andava a mettersi
sotto un olmo, il popolino diceva: "È il Tasso dell'olmo o il Tasso della
quercia?".
Così poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?".
"Della quercia del Tasso."
Così poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?".
"Della quercia del Tasso."
E dell'animaletto di cui sopra,
ch'era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: "il tasso
del Tasso della quercia del Tasso".
Poi c'era la guercia del Tasso:
una poverina con un occhio storto, che s'era dedicata al poeta e perciò era
detta "la guercia del Tasso della quercia", per distinguerla da
un'altra guercia che s'era dedicata al Tasso dell'olmo (perché c'era un grande
antagonismo fra i due).
Ella andava a sedersi sotto una
quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta: "la
quercia della guercia del Tasso"; mentre quella del Tasso era detta:
"la quercia del Tasso della guercia": qualche volta si vide anche la
guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso.
Qualcuno più brevemente diceva: "la quercia della guercia" o "la guercia della quercia". Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Qualcuno più brevemente diceva: "la quercia della guercia" o "la guercia della quercia". Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Ora voi vorrete sapere se anche
nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi.
Viveva.
Viveva.
E lo chiamarono: "il tasso
della quercia della guercia del Tasso", mentre l'albero era detto:
"la quercia del tasso della guercia del Tasso" e lei: "la
guercia del Tasso della quercia del tasso".
Successivamente Torquato cambiò
albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi),
che per un certo tempo fu detto: "il tasso del Tasso".
Anche il piccolo quadrupede del
genere degli orsi lo seguì fedelmente, e durante il tempo in cui essi stettero
sotto il nuovo albero, l'animaletto venne indicato come: "il tasso del
tasso del Tasso".
Quanto a Bernardo, non potendo
trasferirsi all'ombra d'un tasso perché non ce n'erano a portata di mano, si
spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu
chiamato da allora: "il tasso barbasso del Tasso"; e Bernardo fu
chiamato: "il Tasso del tasso barbasso", per distinguerlo dal Tasso
del tasso.
Quanto al piccolo tasso di
Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora quell'animaletto fu indicato
da alcuni come: il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal
tasso del Tasso del tasso; da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso,
per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso.
Il comune di Roma voleva che i
due poeti pagassero qualcosa per la sosta delle bestiole sotto gli alberi, ma
fu difficile stabilire il tasso da pagare; cioè il tasso del tasso del tasso
del Tasso e il tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso.
CITTADINANZA E COSTITUZIONE 6
Lo Stato è opera degli uomini e
quindi possiede solo i valori e le prerogative che gli individui gli
attribuiscono per comune accordo.
LO STATO E’ L’ORGANIZZAZIONE CHE DIRIGE L’INTERA SOCIETA’ EVENTUALMENTE
UTILIZZANDO ANCHE LA FORZA.
MA LA
FUNZIONE DELLO STATO MODERNO NON E’ SOLO QUELLA DI COMANDARE
E DI FARSI OBBEDIRE: E’ ANCHE QUELLA DI ESSERE A SERVIZIO DELLA SOCIETA’: LE
SUE REGOLE SERVONO A METTERE I CITTADINI IN CONDIZIONE DI ESPRIMERSI E A
CONTRIBUIRE ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELLA COLLETTIVITA’. LIBERTA’,
CITTADINANZA, DEMOCRAZIA SONO I COROLLARI ESSENZIALI ALLA NOSTRA IDEA MODERNA
DI STATO.
Caratteristiche dello Stato
·
popolo;
·
territorio delimitato da precisi confini;
·
sovranità: il potere dello Stato di organizzare
la società tramite le leggi e di usare la forza per farle rispettare; ma anche indipendenza e autonomia: NESSUN ente esterno ha il
diritto di ordinare o imporre ad uno Stato sovrano cosa deve o non deve fare;
uno stato moderno è legittimato dalla sovranità popolare, in quanto il potere
proviene dal popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti;
·
Monopolio della forza: è il solo autorizzato a
esercitarla attraverso le forze Armate e dell’ Ordine;
·
Imposizione di regole e leggi;
·
Giudizi sui contrasti;
·
Erogazione dei servizi pubblici (scuole,
ospedali, trasporti pubblici);
·
Imposizione di tributi fiscali.
Lo Stato, per essere apprezzato
(e quindi rispettato ed obbedito) dai cittadini deve erogare loro diversi
servizi: deve gestire, in particolare, gli ospedali, le scuole, i trasporti
pubblici e infrastrutture, i tribunali e le forze dell’ordine. Vi saranno
dunque lavoratori della sanità, scolastici, dei tribunali e dell’ordine pubblico,
retribuiti dallo Stato in quanto svolgono funzioni di pubblica utilità. Per
organizzare questi servizi lo Stato si avvale della burocrazia, composta da funzionari e impiegati pagati dallo Stato
(e quindi dalla collettività, in quanto lo Stato è res publica, cioè cosa di
tutti) che pianificano e coordinano il buon funzionamento di sanità, scuola,
trasporti, difesa, giustizia, ordine pubblico, ecc.
Per pagare i servizi e la
burocrazia che li organizza occorre denaro e lo Stato se lo procura mediante il
fisco, prelevando da ciascun cittadino una parte dei suoi guadagni in modo
equo, proporzionato (Art. 53
Costituzione della Repubblica Italiana che dice: “tutti sono tenuti a
concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il
sistema tributario è informato a criteri di progressività” – pag. 27).
Ma lo Stato interviene anche in campo economico-sociale. Si dice infatti
che il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero, nel senso che gli permette di
provvedere ai suoi bisogni e di contribuire al miglioramento delle condizioni
della comunità in cui vive.
ITALIANO 1^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana: le prime Scuole Poetiche
Cominciano anche a nascere le
cosiddette scuole poetiche (non si
tratta di istituzioni scolastiche ma di gruppi di poeti accumunati da simili
forme di espressioni, di temi, di linguaggio, che diventeranno modello per la poesia sucessiva e, pertanto,
saranno considerati scuola): ricordiamo
in particolare la Scuola Siciliana (che si raduna alla corte di Palermo
del grande imperatore Federico II di Svevia, poeta anch’esso), la Scuola Toscana , la Scuola Umbra. Di
quest’ultima dobbiamo ricordare qui, almeno, quello che è considerato il primo
vero capolavoro della poesia italiana: la Laus Creaturarum o
Cantico
delle Creature di Francesco d’Assisi.
sabato 7 dicembre 2019
APPROFONDIMENTI LETTERARI - Cittadinanza e Costituzione. Testo della vrifica scritta in classe
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
VERIFICA SCRITTA IN CLASSE
1) La Costituzione è:
□
a) la carta dei diritti di uno Stato
□ b) la legge fondamentale di uno Stato
□ c) l’insieme di norme sui diritti e sui
doveri dei cittadini
□ d) nessuna delle precedenti
2) La Costituzione fissa:
□ a) esclusivamente l’organizzazione dello
Stato
□ b) esclusivamente i doveri e i diritti dei
cittadini
□ c) esclusivamente i doveri dello Stato nei
confronti dei cittadini
□ d) nessuna delle precedenti
3) Lo Stato è:
□ a) una
struttura politica articolata, con un’autorità estesa su un preciso territorio
e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera società, senza
usare mai la forza
□ b) una
struttura economico-sociale articolata, con un’autorità estesa su un preciso
territorio e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera
società, senza usare mai la forza
□ c) una
struttura politica articolata, con un’autorità estesa su un preciso territorio
e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera società,
eventualmente utilizzando la forza
□ d) nessuna delle precedenti
4) Ciò che caratterizza e
definisce uno Stato sono:
□ a) popolo, territorio delimitato
da precisi confini, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della
forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei
servizi pubblici, imposizione di tributi fiscali.
□ b) popolo, territorio delimitato
da precisi confini, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della
forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei
servizi pubblici, impossibilità di imposizione di tributi fiscali.
□ c) popolo, territorio delimitato
da confini indefiniti, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della
forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei
servizi pubblici, imposizione di tributi fiscali.
□ d) nessuna delle precedenti
5) La culla delle Costituzioni
moderne è:
□ a) l’Italia
□ b) la Francia
□ c) gli U.S.A.
□ d) nessuna delle precedenti
6) La prima tra le Carte dei Diritti fu:
□ a) il Bill
of Rights
□ b) l’ Habeas
corpus Act
□ c) la Magna
Charta Libertatum
□ d) nessuna delle precedenti
7) Il primo Stato che si dotò di
una Costituzione scritta fu:
□ a) l’Inghilterra
□ b) la Francia, dopo la Rivoluzione del 1789
□ c) gli U.S.A.
□ d) nessuna delle precedenti
8) Questa prima Costituzione
scritta si basa sui principi enunciati da:
□ a) Rousseau in Emilio
□ b) Voltaire in Candido
□ c) Montaigne nei Pensieri
□ d) Nessuna delle precedenti
9) I principi su citati
dichiarano necessaria la:
□ a) suddivisione dei quattro poteri ( legislativo, esecutivo,
giudiziario, finanziario)
□ b) suddivisione dei tre poteri
( legislativo, esecutivo, giudiziario)
□ c) l’accumulazione dei poteri
in un’unica Assemblea
□ d) nessuna delle precedenti
10) La prima Costituzione
Italiana fu:
□ a) lo Statuto Albertino
□ b) lo Statuto di Filiberto di Savoia
□ c) la Carta
del Regno di Carlo Alberto di Savoia
□ d) nessuna delle precedenti
11) La Costituzione della
Repubblica Italiana entrò in vigore:
□ a) il 2 giugno 1946
□ b) il 27 dicembre 1947
□ c) il 1 gennaio 1948
□ d) nessuna delle precedenti
12 ) La Costituzione della
Repubblica Italiana si ispira ai principi:
□ a) Socialisti, Liberisti,
Cattolici e Democratici
□ b) Socialisti, Illuministi,
Cattolici e Democratici
□ c) Comunisti, Liberali, Cattolici e
Democratici
□ d) nessuna delle precedenti
Alunno
Classe
Data
venerdì 6 dicembre 2019
ITALIANO 1^ - Epica. Parafrasi della "Invocazione e Protasi" dell'Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti
Omero ILIADE
Libro Primo
Invocazione e Protasi
Parafrasi
Musa divina, ispira il mio canto,
perché io possa narrare della rabbia mortale del figlio di Peleo, Achille, che
produsse innumerevoli morti tra le file dei guerrieri Achei, mandando, prima
che fosse giunta l’ora per essi stabilita, molti giovani guerrieri valorosi
nell’Oltretomba e facendone orribile pasto per cani e uccelli di preda, così
che si compisse la volontà del re degli dei, Zeus, da quando un feroce dissidio
divise il re dei re Agamennone e il divino Achille.
Ma quale dio fece sorgere tra
loro l’inimicizia?
Apollo, figlio di Latona e Zeus.
Egli, infatti, adirato con
Agamennone, mandò una pestilenza mortale nel campo Acheo, così che molti uomini
morivano: e la colpa fu del figlio di Atreo, che insultò Crise, il sacerdote
d’Apollo.
Questi, infatti, era venuto
all’accampamento Acheo, là dove giacevano le veloci navi greche, per portare un
riscatto di grande entità per la figlia Criseide, bottino di guerra e schiava
del re di Micene: tra le mani avvolte dalle sacre bende di lino aveva lo
scettro d’oro di sacerdote del dio Apollo, abile arciere, e supplicava tutti
gli Achei, ma soprattutto i due figli di Atreo, Agamennone e Menelao, i
comandanti dell’esercito, con queste parole:
“Figli di Atreo, e voi Achei dai
bei sandali, gli dei che abitano l’Olimpo vi concedano di espugnare la città di
Priamo, Troia, e di tornare sani e salvi alle vostre patrie. Vi prego, liberate
la mia amata figlia, accettate il riscatto e rispettate il volere del dio che
servo, Apollo, che sa scagliar lontano le sue frecce!”
ITALIANO 1^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana: dal PLACITO CAPUANO ai primi svilupi del volgare italiano
Per avere la certezza che chi
scrive usa coscientemente e volontariamente il volgare, considerandolo
chiaramente diverso e distinto dal latino, bisogna arrivare al 960, al PLACITO
CAPUANO. Nel documento (un atto giudiziario) fu inserita, all’interno
del testo latino, una frase pronunciata da un testimone che usava una parlata
campana: Sao ko kelle terre, per kelle
fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. Nonostante
la presenza di alcuni resti di latino (quasi automatici per chi scrive), il
contrasto tra il latino ufficiale del resto del documento e la frase volgare
del testimone mostra, oltre ogni dubbio, la coscienza che latino e volgare
erano ormai due lingue distinte. Il Placito Capuano è considerato l’atto di
nascita ufficiale (perché contenuto
in un documento ufficiale e perché è marcata la distinzione tra latino e
volgare) del volgare italiano o, più
semplicemente, dell’italiano; sarebbe più esatto parlare di un volgare italiano; è chiaro che
questo documento non è l’inizio di
qualche cosa ma semplicemente testimonia qualcosa che sta avvenendo da
tempo, ne prende atto, e lo “formalizza”.
Ci volle ancora del tempo, però,
perché il volgare si facesse strada anche nella letteratura, pur essendoci numerose
e consapevoli testimonianze dell’uso del volgare anche in altri documenti
ufficiali o semi-ufficiali e/o letterari.
In questa situazione, anche se
vi era una molteplicità di variazioni locali del volgare (da non confondersi con quelli che noi
chiamiamo dialetti), comincia ad
affermarsi sugli altri il volgare
toscano.
martedì 3 dicembre 2019
ITALIANO 1^ - Grammatica Morfologia. Testo della verifica scritta in classe del 03/12/2019
VERIFICA SCRITTA IN CLASSE
SULLA CONOSCENZA
DELLE STRUTTURE DELLA LINGUA
I verbi
Es. 1 Completa il seguente schema (solo nella forma attiva)
VERBO
|
MODO
|
TEMPO
|
PERSONA
|
NUMERO
|
VOCE VERBALE
|
Interrogare
|
Ind.
|
Pass. pross.
|
2^
|
Sing.
|
|
Ripetere
|
Ind.
|
Fut. Sempl.
|
2^
|
Plur.
|
|
Imbottire
|
Imper.
|
Pres.
|
2^
|
Sing.
|
|
Pasticciare
|
Ind.
|
Imperf.
|
2^
|
Sing.
|
|
Diffondere
|
Indic.
|
Pass. Rem.
|
1^
|
Plur.
|
|
Convocare
|
Cong.
|
Pres.
|
2^
|
Plur.
|
|
Invertire
|
Cong.
|
Trap.
|
3^
|
Sing.
|
|
Consigliare
|
Inf.
|
Pass.
|
|
|
|
Identificare
|
Ger.
|
Pres.
|
|
|
|
Deridere
|
Indic.
|
Trap. Rem.
|
2^
|
Plur.
|
|
Stringere
|
Condiz.
|
Pres.
|
3^
|
Plur.
|
|
Fare
|
Ind.
|
Pass. Rem.
|
1^
|
Plur.
|
|
Pitturare
|
Cond.
|
Pass.
|
2^
|
Sing.
|
|
Conseguire
|
Ger.
|
Pres.
|
|
|
|
Truccare
|
Cong.
|
Imperf.
|
1^
|
Sing.
|
|
Es. 2 Nelle seguenti frasi sottolinea gli ausiliari (solo quelli!!!)
1) Questa
notte ho fatto un sogno bellissimo
2) Tuo
fratello è andato al mare da solo
3) Quegli
sconosciuti avrebbero detto questo di noi?
4) In
quel concorso sono state commesse delle irregolarità
5) Durante
il ritiro l’allenatore ha parlato con insolita durezza
6) Quei
micetti sono stati accuditi amorevolmente dalla mamma della mia amica
7) Mio
fratello ha sposato la figlia di un cantante famoso
8) Foste
offesi ingiustamente da un impostore
9) Abbiamo
imparato molto da quel giovane maestro di vela
10) Finalmente
ti sei ricreduto sul conto di tuo padre
Es. 3 Nelle seguenti frasi cancella l’ausiliare che ritieni scorretto
1)
Avrei / Sarei preferito andare al mare
2)
Il concerto aveva / era appena iniziato
3)
L’allarme dell’antifurto era / aveva suonato a lungo
4)
Lino è / ha arrossito per l’emozione
5)
Il fanale ebbe / fu lampeggiato inutilmente
6)
Ieri ho / sono scivolato
7)
Dicono che quel bambino abbia / sia pianto per
un’ora
8)
Ve ne andrete quando avrete / sarete marciato
tutti
9)
Davvero gli accusati hanno / sono detto la
verità?
10) Quando
avete / siete andati via?
Es. 4 Accanto alla lettera che indica il verbo scrivi il numero corrispondente all’espressione che ha lo stesso significato (es.: Z 15)
1) essere in quel luogo A)
partire
2) essere in ansia B)
possedere
3) avere in proprietà C)
trovarsi
4) essere al verde D)
preoccuparsi
5) essere in partenza E)
rimanere senza soldi
A
|
B
|
C
|
D
|
E
|
Es. 5 Completa le frasi con la voce
verbale corretta scegliendo tra quelle proposte (cancella quella errata)
1)
Nessuno immaginava che tu avevi / avessi tanta
grinta
2)
Non penso che bastano / bastino due parole
3)
Siamo sicuri che avevate / aveste detto la
verità?
4)
Se non aveste / avreste parlato, saremmo stati
tutti in pericolo
5)
Eravamo tutti convinti che vi foste / siate
annoiati
6)
Chiunque era / fosse è stato simpatico
7)
Saremmo arrivati se avremmo / avessimo preso il
treno in orario
8)
Era ovvio che tu avessi / avevi reagito così
9)
Che voi sapete / sappiate, il film è già iniziato?
10) Qualunque
cosa aveva /avesse detto, le cose non sarebbero cambiate
Es. 6 Analizza le voci verbali e completa lo schema
VOCE VERBALE
|
MODO
|
TEMPO
|
PERSONA
|
NUMERO
|
Amino
|
|
|
|
|
Tremaste
|
|
|
|
|
Avevamo pattuito
|
|
|
|
|
Credesse
|
|
|
|
|
Suonerei
|
|
|
|
|
Scrivessero
|
|
|
|
|
Sareste arrivati
|
|
|
|
|
Avemmo inseguito
|
|
|
|
|
Fosse caduto
|
|
|
|
|
Avvertano
|
|
|
|
|
Temerebbero
|
|
|
|
|
Parteciperesti
|
|
|
|
|
Continua (tu)
|
|
|
|
|
Avendo giocato
|
|
|
|
|
Premuto
|
|
|
|
|
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