martedì 17 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Grammatica-Morfologia. Il verbo: i tempi dei verbi


ITALIANO 1^ - Grammatica-Morfologia. Il verbo: verbi attivi e passivi; verbi riflessivi



ITALIANO 1^ - Epica. Iliade: parafrasi de' "L'icontro di Ettore e Andromaca alle Porte Scee"


OMERO, Iliade
Libro VI
Ettore e Andromaca alle porte Scee

PARAFRASI

“Ora mi rimani solo tu, amato Ettore, tu che (dato che la mia famiglia non c’è più) mi sei, al medesimo tempo padre, madre, fratello e fiorente sposo. Ti prego, abbi pietà di me e resta qui su questa torre! Non fare in modo che io diventi vedova né che tuo figlio divenga orfano.
Raduna i guerrieri presso il fico selvatico, là dove i nemici scoprirono un più facile accesso alla città e un punto in cui più velocemente si possono scalare le mura: già tre volte gli Achei, seguendo gli Aiaci e gli Atridi e Idomeneo e Diomede, là diedero prova di valore: forse un indovino aveva loro indicato quel passaggio, o forse li ha guidati là il loro ardire.”
Rispose Ettore:
“Dolce moglie, tutto ciò che hai detto angustia anche il mio cuore; ma temo il disprezzo che i Troiani e le loro superbe donne dai morbidi abiti mostrerebbero verso di me se io, soldato vile, non partecipassi alla battaglia, ne evitassi le prove. Non me lo permette il mio cuore. Ho imparato da tempo ad essere forte e a volare tra i primi negli aspri combattimenti, per difendere la gloria di mio padre e la mia.
Ma so, purtroppo, in cuor mio che arriverà il giorno in cui tutta la rocca di Troia con il suo Re, Priamo, e la sua gente cadrà. Non mi affligge, però, il dolore dei Troiani, né quello di Ecuba, mia madre, né quello del mio vecchio padre o dei miei fratelli, che, molti e valorosi, cadranno nella polvere sotto il ferro nemico; no, non di questi mi affligge il dolore, o moglie, quanto la pena per il tuo destino, se mai accadesse che un qualche Acheo, con la corazza ancora sporca di sangue dei tuoi parenti, ti trascini piangente in schiavitù. Oh, infelice! Ad Argo saresti costretta a tessere la tela per ordine e in casa di una straniera; con disgusto, ma costretta dal destino, dovresti portare alla superba signora l’acqua dalla fontana di Messide o da quella Iperea; e qualcuno, vedendoti lacrimare, potrebbe dire : Ma quella è la nobile sposa di Ettore, che era il primo tra gli eroi troiani, abili domatori di cavalli, al tempo in cui si combatteva a Troia! Così potrebbe esclamare qualcuno: e allora tu saresti trafitta da un nuovo dolore e sentiresti ancor più vivo in cuore il desiderio che un simile sposo arrivasse a sciogliere le tue catene.
La terra ricopra il mio cadavere piuttosto che oda i lamenti di te schiava!”

giovedì 12 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Compiti per le vacanze natalizie 2

COMPORRE UNO SCHEMA "AD AL BERO" RICOSTRUENDO I LEGAMI ESISTENTI TRA I PERSONAGGI  DEL SEGUENTE BRANO, SECONDO L'ESEMPIO DATO IN FONDO AL BRANO

IL RAFFREDDORE

Mio cognato, dal lato paterno aveva un cugino germano, lo zio materno del quale aveva un suocero il cui nonno paterno aveva sposato in seconde nozze una giovane indigena, il cui fratello, nei suoi viaggi, aveva incontrato una ragazza della quale si era innamorato e dalla quale aveva avuto un figlio che sposò poi un’intrepida farmacista, la quale altro non era che la nipote di uno sconosciuto quartiermastro della Marina Britannica, il di cui padre adottivo aveva una zia in grado di parlare correttamente lo spagnolo e che era, forse, una delle nipoti di un ingegnere morto in giovane età, nipote a sua volta di un proprietario di vigne dalle quali si ricavava un vino assai mediocre, ma che aveva un cugino, casalingo e sottotenente, il cui figlio aveva sposato una graziosissima signora, un po’ divorziata, il primo marito della quale era figlio di un vero patriota che aveva saputo educare una delle proprie figlie nell’ambizione di fare fortuna, la quale era riuscita a sposare un fattorino che aveva conosciuto Rothschild e il cui fratello, dopo aver cambiato parecchi mestieri, si sposò ed ebbe una figlia, il cui bisnonno, gracilino, portava gli occhiali che gli aveva regalati un suo cugino, cognato di un portoghese, figlio naturale di un mugnaio, non troppo povero, il fratello di latte del quale aveva preso in moglie la figlia di un medico di campagna, a sua volta fratello di latte di un lattaio, a sua volta figlio naturale di un altro medico di campagna, sposato tre volte di seguito, e di cui la terza moglie era la figlia della migliore levatrice della regione e che, vedova di buonora, come mia moglie, si era sposata con un vetraio pieno di zelo, il quale, alla figlia di un capostazione, aveva fatto un figlio destinato a fare la sua strada, ferrata, come la mazza, e aveva sposato una venditrice di spazzature, il cui padre aveva un fratello, sindaco di una piccola città, che aveva preso in moglie una maestra bionda, il cugino della quale, pescatore con la rete, ferroviaria, aveva preso in moglie un’altra maestra bionda, chiamata Maria, il cui fratello aveva sposato un’altra Maria, anche lei maestra bionda, il cui padre era stato allevato nel Canada da una vecchia, che era nipote di un parroco, la nonna del quale, talvolta, d’inverno, come capita a tutti, si buscava un raffreddore.


da LA CANTATRICE CALVA di E. Ionesco



ITALIANO 1^ - Compiti per le vacanze natalizie 1

FARE IL RIASSUNTO DEL SEGUENTE BRANO


LA QUERCIA DEL TASSO  di A. Campanile

Quell'antico tronco d'albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi sotto, quand'essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da essa, c'era, ai tempi del grande e infelice poeta, un'altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti tassi.
Un caso.
Ma a cagione di esso si parlava della quercia del Tasso con la "t" maiuscola e della quercia del tasso con la "t" minuscola. In verità c'era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per distinguerlo dall'altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso.
Alcuni credevano che appartenesse al poeta, perciò lo chiamavano "il tasso del Tasso"; e l'albero era detto "la quercia del tasso del Tasso" da alcuni, e "la quercia del Tasso del tasso" da altri.
Siccome c'era un altro Tasso (Bernardo, padre di Torquato, poeta anch'egli), il quale andava a mettersi sotto un olmo, il popolino diceva: "È il Tasso dell'olmo o il Tasso della quercia?".
Così poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?".
"Della quercia del Tasso."
E dell'animaletto di cui sopra, ch'era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: "il tasso del Tasso della quercia del Tasso".
Poi c'era la guercia del Tasso: una poverina con un occhio storto, che s'era dedicata al poeta e perciò era detta "la guercia del Tasso della quercia", per distinguerla da un'altra guercia che s'era dedicata al Tasso dell'olmo (perché c'era un grande antagonismo fra i due).
Ella andava a sedersi sotto una quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta: "la quercia della guercia del Tasso"; mentre quella del Tasso era detta: "la quercia del Tasso della guercia": qualche volta si vide anche la guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso.
Qualcuno più brevemente diceva: "la quercia della guercia" o "la guercia della quercia". Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Ora voi vorrete sapere se anche nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi.
Viveva.
E lo chiamarono: "il tasso della quercia della guercia del Tasso", mentre l'albero era detto: "la quercia del tasso della guercia del Tasso" e lei: "la guercia del Tasso della quercia del tasso".
Successivamente Torquato cambiò albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi), che per un certo tempo fu detto: "il tasso del Tasso".
Anche il piccolo quadrupede del genere degli orsi lo seguì fedelmente, e durante il tempo in cui essi stettero sotto il nuovo albero, l'animaletto venne indicato come: "il tasso del tasso del Tasso".
Quanto a Bernardo, non potendo trasferirsi all'ombra d'un tasso perché non ce n'erano a portata di mano, si spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu chiamato da allora: "il tasso barbasso del Tasso"; e Bernardo fu chiamato: "il Tasso del tasso barbasso", per distinguerlo dal Tasso del tasso.
Quanto al piccolo tasso di Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora quell'animaletto fu indicato da alcuni come: il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal tasso del Tasso del tasso; da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso, per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso.
Il comune di Roma voleva che i due poeti pagassero qualcosa per la sosta delle bestiole sotto gli alberi, ma fu difficile stabilire il tasso da pagare; cioè il tasso del tasso del tasso del Tasso e il tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso.

CITTADINANZA E COSTITUZIONE 6

Lo Stato è opera degli uomini e quindi possiede solo i valori e le prerogative che gli individui gli attribuiscono per comune accordo.
LO STATO E’ L’ORGANIZZAZIONE CHE DIRIGE L’INTERA SOCIETA’ EVENTUALMENTE UTILIZZANDO ANCHE LA FORZA. MA LA FUNZIONE DELLO STATO MODERNO NON E’ SOLO QUELLA DI COMANDARE E DI FARSI OBBEDIRE: E’ ANCHE QUELLA DI ESSERE A SERVIZIO DELLA SOCIETA’: LE SUE REGOLE SERVONO A METTERE I CITTADINI IN CONDIZIONE DI ESPRIMERSI E A CONTRIBUIRE ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELLA COLLETTIVITA’. LIBERTA’, CITTADINANZA, DEMOCRAZIA SONO I COROLLARI ESSENZIALI ALLA NOSTRA IDEA MODERNA DI STATO.



Caratteristiche dello Stato

·        popolo;
·        territorio delimitato da precisi confini;
·        sovranità: il potere dello Stato di organizzare la società tramite le leggi e di usare la forza per farle rispettare; ma anche indipendenza e autonomia: NESSUN ente esterno ha il diritto di ordinare o imporre ad uno Stato sovrano cosa deve o non deve fare; uno stato moderno è legittimato dalla sovranità popolare, in quanto il potere proviene dal popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti;
·        Monopolio della forza: è il solo autorizzato a esercitarla attraverso le forze Armate e dell’ Ordine;
·        Imposizione di regole e leggi;
·        Giudizi sui contrasti;
·        Erogazione dei servizi pubblici (scuole, ospedali, trasporti pubblici);
·        Imposizione di tributi fiscali.

La gestione dei Servizi Pubblici e delle Attività Sociali, Culturali ed Economiche

Lo Stato, per essere apprezzato (e quindi rispettato ed obbedito) dai cittadini deve erogare loro diversi servizi: deve gestire, in particolare, gli ospedali, le scuole, i trasporti pubblici e infrastrutture, i tribunali e le forze dell’ordine. Vi saranno dunque lavoratori della sanità, scolastici, dei tribunali e dell’ordine pubblico, retribuiti dallo Stato in quanto svolgono funzioni di pubblica utilità. Per organizzare questi servizi lo Stato si avvale della burocrazia, composta da funzionari e impiegati pagati dallo Stato (e quindi dalla collettività, in quanto lo Stato è res publica, cioè cosa di tutti) che pianificano e coordinano il buon funzionamento di sanità, scuola, trasporti, difesa, giustizia, ordine pubblico, ecc.
Per pagare i servizi e la burocrazia che li organizza occorre denaro e lo Stato se lo procura mediante il fisco, prelevando da ciascun cittadino una parte dei suoi guadagni in modo equo, proporzionato (Art. 53 Costituzione della Repubblica Italiana che dice: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività” – pag. 27).
Ma lo Stato interviene anche in campo economico-sociale. Si dice infatti che il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero, nel senso che gli permette di provvedere ai suoi bisogni e di contribuire al miglioramento delle condizioni della comunità in cui vive.

ITALIANO 1^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana: le prime Scuole Poetiche


Cominciano anche a nascere le cosiddette scuole poetiche (non si tratta di istituzioni scolastiche ma di gruppi di poeti accumunati da simili forme di espressioni, di temi, di linguaggio, che diventeranno modello per la poesia sucessiva e, pertanto, saranno considerati scuola): ricordiamo in particolare la Scuola Siciliana (che si raduna alla corte di Palermo del grande imperatore Federico II di Svevia, poeta anch’esso), la Scuola Toscana, la Scuola Umbra. Di quest’ultima dobbiamo ricordare qui, almeno, quello che è considerato il primo vero capolavoro della poesia italiana: la Laus Creaturarum o Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi.

sabato 7 dicembre 2019

APPROFONDIMENTI LETTERARI - Cittadinanza e Costituzione. Testo della vrifica scritta in classe


CITTADINANZA E COSTITUZIONE
VERIFICA SCRITTA IN CLASSE


1) La Costituzione è:
                                    a) la carta dei diritti di uno Stato
                                     b) la legge fondamentale di uno Stato
                                     c) l’insieme di norme sui diritti e sui doveri dei cittadini
                                     d) nessuna delle precedenti

2) La Costituzione fissa:
                                     a) esclusivamente l’organizzazione dello Stato
                                     b) esclusivamente i doveri e i diritti dei cittadini
                                     c) esclusivamente i doveri dello Stato nei confronti dei cittadini
                                     d) nessuna delle precedenti

3) Lo Stato è:
□ a) una struttura politica articolata, con un’autorità estesa su un preciso territorio e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera società, senza usare mai la forza
□ b) una struttura economico-sociale articolata, con un’autorità estesa su un preciso territorio e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera società, senza usare mai la forza
□ c) una struttura politica articolata, con un’autorità estesa su un preciso territorio e sulla sua popolazione, un’organizzazione che dirige l’intera società, eventualmente utilizzando la forza
  d) nessuna delle precedenti

4) Ciò che caratterizza e definisce uno Stato sono:
  a) popolo, territorio delimitato da precisi confini, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei servizi pubblici, imposizione di tributi fiscali.
  b) popolo, territorio delimitato da precisi confini, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei servizi pubblici, impossibilità di imposizione di tributi fiscali.
  c) popolo, territorio delimitato da confini indefiniti, sovranità: autorità del potere centrale, monopolio della forza, imposizione di regole e leggi, giudizio sui contrasti, erogazione dei servizi pubblici, imposizione di tributi fiscali.
  d) nessuna delle precedenti

5) La culla delle Costituzioni moderne è:
                                     a) l’Italia
                                     b) la Francia
                                     c) gli U.S.A.
                                     d) nessuna delle precedenti

6)  La prima tra le Carte dei Diritti fu:
                                                 a) il Bill of Rights
                                                 b) l’ Habeas corpus Act
                                                 c) la Magna Charta Libertatum
                                                 d) nessuna delle precedenti

7) Il primo Stato che si dotò di una Costituzione scritta fu:
                                                 a) l’Inghilterra
                                                 b) la Francia, dopo la Rivoluzione del 1789
                                                 c) gli U.S.A.
                                                 d) nessuna delle precedenti

8) Questa prima Costituzione scritta si basa sui principi enunciati da:
                                                 a) Rousseau in Emilio
                                                 b) Voltaire in Candido
                                                 c) Montaigne nei Pensieri
                                                 d) Nessuna delle precedenti

9) I principi su citati dichiarano necessaria la:
□ a) suddivisione dei quattro poteri ( legislativo, esecutivo, giudiziario, finanziario)
  b) suddivisione dei tre poteri ( legislativo, esecutivo, giudiziario)
  c) l’accumulazione dei poteri in un’unica Assemblea
  d) nessuna delle precedenti

10) La prima Costituzione Italiana fu:
                                                 a) lo Statuto Albertino
                                                 b) lo Statuto di Filiberto di Savoia
                                                 c) la Carta del Regno di Carlo Alberto di Savoia
                                                 d) nessuna delle precedenti

11) La Costituzione della Repubblica Italiana entrò in vigore:
                                                 a) il 2 giugno 1946
                                                 b) il 27 dicembre 1947
                                                 c) il 1 gennaio 1948
                                                 d) nessuna delle precedenti

12 ) La Costituzione della Repubblica Italiana si ispira ai principi:
  a) Socialisti, Liberisti, Cattolici e Democratici
  b) Socialisti, Illuministi, Cattolici e Democratici
                                                 c) Comunisti, Liberali, Cattolici e Democratici
                                                 d) nessuna delle precedenti







Alunno

Classe

Data

venerdì 6 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Epica. Parafrasi della "Invocazione e Protasi" dell'Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti


Omero ILIADE
Libro Primo
Invocazione e Protasi

Parafrasi

Musa divina, ispira il mio canto, perché io possa narrare della rabbia mortale del figlio di Peleo, Achille, che produsse innumerevoli morti tra le file dei guerrieri Achei, mandando, prima che fosse giunta l’ora per essi stabilita, molti giovani guerrieri valorosi nell’Oltretomba e facendone orribile pasto per cani e uccelli di preda, così che si compisse la volontà del re degli dei, Zeus, da quando un feroce dissidio divise il re dei re Agamennone e il divino Achille.
Ma quale dio fece sorgere tra loro l’inimicizia?
Apollo, figlio di Latona e Zeus.
Egli, infatti, adirato con Agamennone, mandò una pestilenza mortale nel campo Acheo, così che molti uomini morivano: e la colpa fu del figlio di Atreo, che insultò Crise, il sacerdote d’Apollo.
Questi, infatti, era venuto all’accampamento Acheo, là dove giacevano le veloci navi greche, per portare un riscatto di grande entità per la figlia Criseide, bottino di guerra e schiava del re di Micene: tra le mani avvolte dalle sacre bende di lino aveva lo scettro d’oro di sacerdote del dio Apollo, abile arciere, e supplicava tutti gli Achei, ma soprattutto i due figli di Atreo, Agamennone e Menelao, i comandanti dell’esercito, con queste parole:
“Figli di Atreo, e voi Achei dai bei sandali, gli dei che abitano l’Olimpo vi concedano di espugnare la città di Priamo, Troia, e di tornare sani e salvi alle vostre patrie. Vi prego, liberate la mia amata figlia, accettate il riscatto e rispettate il volere del dio che servo, Apollo, che sa scagliar lontano le sue frecce!”

ITALIANO 1^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana: sintesi schematica








ITALIANO 1^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana: dal PLACITO CAPUANO ai primi svilupi del volgare italiano


Per avere la certezza che chi scrive usa coscientemente e volontariamente il volgare, considerandolo chiaramente diverso e distinto dal latino, bisogna arrivare al 960, al PLACITO CAPUANO. Nel documento (un atto giudiziario) fu inserita, all’interno del testo latino, una frase pronunciata da un testimone che usava una parlata campana: Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. Nonostante la presenza di alcuni resti di latino (quasi automatici per chi scrive), il contrasto tra il latino ufficiale del resto del documento e la frase volgare del testimone mostra, oltre ogni dubbio, la coscienza che latino e volgare erano ormai due lingue distinte. Il Placito Capuano è considerato l’atto di nascita ufficiale (perché contenuto in un documento ufficiale e perché è marcata la distinzione tra latino e volgare) del volgare italiano o, più semplicemente, dell’italiano; sarebbe più esatto parlare di un volgare italiano; è chiaro che questo documento non è l’inizio di qualche cosa ma semplicemente testimonia qualcosa che sta avvenendo da tempo, ne prende atto, e lo “formalizza”.
Ci volle ancora del tempo, però, perché il volgare si facesse strada anche nella letteratura, pur essendoci numerose e consapevoli testimonianze dell’uso del volgare anche in altri documenti ufficiali o semi-ufficiali e/o letterari.  
In questa situazione, anche se vi era una molteplicità di variazioni locali del volgare (da non confondersi con quelli che noi chiamiamo dialetti), comincia ad affermarsi sugli altri il volgare toscano.

martedì 3 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Grammatica Morfologia. Testo della verifica scritta in classe del 03/12/2019


VERIFICA SCRITTA IN CLASSE
SULLA CONOSCENZA DELLE STRUTTURE DELLA LINGUA

I verbi

Es. 1 Completa il seguente schema (solo nella forma attiva)


VERBO
MODO
TEMPO
PERSONA
NUMERO
VOCE VERBALE
Interrogare
Ind.
Pass. pross.
2^
Sing.


Ripetere
Ind.
Fut. Sempl.
2^
Plur.


Imbottire
Imper.
Pres.
2^
Sing.


Pasticciare
Ind.
Imperf.
2^
Sing.


Diffondere
Indic.
Pass. Rem.
1^
Plur.


Convocare
Cong.
Pres.
2^
Plur.


Invertire
Cong.
Trap.
3^
Sing.


Consigliare
Inf.
Pass.




Identificare
Ger.
Pres.




Deridere
Indic.
Trap. Rem.
2^
Plur.


Stringere
Condiz.
Pres.
3^
Plur.


Fare
Ind.
Pass. Rem.
1^
Plur.


Pitturare
Cond.
Pass.
2^
Sing.


Conseguire
Ger.
Pres.




Truccare
Cong.
Imperf.
1^
Sing.




Es. 2 Nelle seguenti frasi sottolinea gli ausiliari (solo quelli!!!)


1)      Questa notte ho fatto un sogno bellissimo

2)      Tuo fratello è andato al mare da solo

3)      Quegli sconosciuti avrebbero detto questo di noi?

4)      In quel concorso sono state commesse delle irregolarità

5)      Durante il ritiro l’allenatore ha parlato con insolita durezza

6)      Quei micetti sono stati accuditi amorevolmente dalla mamma della mia amica

7)      Mio fratello ha sposato la figlia di un cantante famoso

8)      Foste offesi ingiustamente da un impostore

9)      Abbiamo imparato molto da quel giovane maestro di vela

10)  Finalmente ti sei ricreduto sul conto di tuo padre



Es. 3 Nelle seguenti frasi cancella l’ausiliare che ritieni scorretto


1)      Avrei / Sarei preferito andare al mare

2)      Il concerto aveva / era appena iniziato

3)      L’allarme dell’antifurto era / aveva suonato a lungo

4)      Lino è / ha arrossito per l’emozione

5)      Il fanale ebbe / fu lampeggiato inutilmente

6)      Ieri ho / sono scivolato

7)      Dicono che quel bambino abbia / sia pianto per un’ora

8)      Ve ne andrete quando avrete / sarete marciato tutti

9)      Davvero gli accusati hanno / sono detto la verità?

10)  Quando avete / siete andati via?


Es. 4 Accanto alla lettera che indica il verbo scrivi il numero corrispondente all’espressione che ha lo stesso significato (es.: Z 15)


1) essere in quel luogo                                               A) partire

2) essere in ansia                                                        B) possedere

3) avere in proprietà                                                  C) trovarsi

4) essere al verde                                                       D) preoccuparsi

5) essere in partenza                                                  E) rimanere senza soldi



A

B
C
D
E




Es. 5 Completa le frasi con la voce verbale corretta scegliendo tra quelle proposte (cancella quella errata)

1)      Nessuno immaginava che tu avevi / avessi tanta grinta

2)      Non penso che bastano / bastino due parole

3)      Siamo sicuri che avevate / aveste detto la verità?

4)      Se non aveste / avreste parlato, saremmo stati tutti in pericolo

5)      Eravamo tutti convinti che vi foste / siate annoiati

6)      Chiunque era / fosse è stato simpatico

7)      Saremmo arrivati se avremmo / avessimo preso il treno in orario

8)      Era ovvio che tu avessi / avevi reagito così

9)      Che voi sapete / sappiate, il film è già iniziato?

10)  Qualunque cosa aveva /avesse detto, le cose non sarebbero cambiate

  

Es. 6 Analizza le voci verbali e completa lo schema


VOCE VERBALE
MODO
TEMPO
PERSONA
NUMERO
Amino





Tremaste





Avevamo pattuito





Credesse





Suonerei





Scrivessero





Sareste arrivati





Avemmo inseguito




Fosse caduto





Avvertano





Temerebbero





Parteciperesti





Continua (tu)





Avendo giocato





Premuto