martedì 17 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Epica. Iliade: parafrasi de' "L'icontro di Ettore e Andromaca alle Porte Scee"


OMERO, Iliade
Libro VI
Ettore e Andromaca alle porte Scee

PARAFRASI

“Ora mi rimani solo tu, amato Ettore, tu che (dato che la mia famiglia non c’è più) mi sei, al medesimo tempo padre, madre, fratello e fiorente sposo. Ti prego, abbi pietà di me e resta qui su questa torre! Non fare in modo che io diventi vedova né che tuo figlio divenga orfano.
Raduna i guerrieri presso il fico selvatico, là dove i nemici scoprirono un più facile accesso alla città e un punto in cui più velocemente si possono scalare le mura: già tre volte gli Achei, seguendo gli Aiaci e gli Atridi e Idomeneo e Diomede, là diedero prova di valore: forse un indovino aveva loro indicato quel passaggio, o forse li ha guidati là il loro ardire.”
Rispose Ettore:
“Dolce moglie, tutto ciò che hai detto angustia anche il mio cuore; ma temo il disprezzo che i Troiani e le loro superbe donne dai morbidi abiti mostrerebbero verso di me se io, soldato vile, non partecipassi alla battaglia, ne evitassi le prove. Non me lo permette il mio cuore. Ho imparato da tempo ad essere forte e a volare tra i primi negli aspri combattimenti, per difendere la gloria di mio padre e la mia.
Ma so, purtroppo, in cuor mio che arriverà il giorno in cui tutta la rocca di Troia con il suo Re, Priamo, e la sua gente cadrà. Non mi affligge, però, il dolore dei Troiani, né quello di Ecuba, mia madre, né quello del mio vecchio padre o dei miei fratelli, che, molti e valorosi, cadranno nella polvere sotto il ferro nemico; no, non di questi mi affligge il dolore, o moglie, quanto la pena per il tuo destino, se mai accadesse che un qualche Acheo, con la corazza ancora sporca di sangue dei tuoi parenti, ti trascini piangente in schiavitù. Oh, infelice! Ad Argo saresti costretta a tessere la tela per ordine e in casa di una straniera; con disgusto, ma costretta dal destino, dovresti portare alla superba signora l’acqua dalla fontana di Messide o da quella Iperea; e qualcuno, vedendoti lacrimare, potrebbe dire : Ma quella è la nobile sposa di Ettore, che era il primo tra gli eroi troiani, abili domatori di cavalli, al tempo in cui si combatteva a Troia! Così potrebbe esclamare qualcuno: e allora tu saresti trafitta da un nuovo dolore e sentiresti ancor più vivo in cuore il desiderio che un simile sposo arrivasse a sciogliere le tue catene.
La terra ricopra il mio cadavere piuttosto che oda i lamenti di te schiava!”