OMERO, Iliade
Libro VI
Ettore e Andromaca alle porte
Scee
PARAFRASI
“Ora mi rimani solo tu, amato
Ettore, tu che (dato che la mia famiglia non c’è più) mi sei, al medesimo tempo
padre, madre, fratello e fiorente sposo. Ti prego, abbi pietà di me e resta qui
su questa torre! Non fare in modo che io diventi vedova né che tuo figlio
divenga orfano.
Raduna i guerrieri presso il fico
selvatico, là dove i nemici scoprirono un più facile accesso alla città e un
punto in cui più velocemente si possono scalare le mura: già tre volte gli
Achei, seguendo gli Aiaci e gli Atridi e Idomeneo e Diomede, là diedero prova
di valore: forse un indovino aveva loro indicato quel passaggio, o forse li ha
guidati là il loro ardire.”
Rispose Ettore:
“Dolce moglie, tutto ciò che hai
detto angustia anche il mio cuore; ma temo il disprezzo che i Troiani e le loro
superbe donne dai morbidi abiti mostrerebbero verso di me se io, soldato vile,
non partecipassi alla battaglia, ne evitassi le prove. Non me lo permette il
mio cuore. Ho imparato da tempo ad essere forte e a volare tra i primi negli
aspri combattimenti, per difendere la gloria di mio padre e la mia.
Ma so, purtroppo, in cuor mio che
arriverà il giorno in cui tutta la rocca di Troia con il suo Re, Priamo, e la
sua gente cadrà. Non mi affligge, però, il dolore dei Troiani, né quello di
Ecuba, mia madre, né quello del mio vecchio padre o dei miei fratelli, che,
molti e valorosi, cadranno nella polvere sotto il ferro nemico; no, non di
questi mi affligge il dolore, o moglie, quanto la pena per il tuo destino, se
mai accadesse che un qualche Acheo, con la corazza ancora sporca di sangue dei
tuoi parenti, ti trascini piangente in schiavitù. Oh, infelice! Ad Argo saresti
costretta a tessere la tela per ordine e in casa di una straniera; con
disgusto, ma costretta dal destino, dovresti portare alla superba signora
l’acqua dalla fontana di Messide o da quella Iperea; e qualcuno, vedendoti
lacrimare, potrebbe dire : Ma quella è la nobile sposa di Ettore, che era il
primo tra gli eroi troiani, abili domatori di cavalli, al tempo in cui si
combatteva a Troia! Così potrebbe esclamare qualcuno: e allora tu saresti
trafitta da un nuovo dolore e sentiresti ancor più vivo in cuore il desiderio
che un simile sposo arrivasse a sciogliere le tue catene.
La terra ricopra il mio cadavere
piuttosto che oda i lamenti di te schiava!”