venerdì 6 dicembre 2019

ITALIANO 1^ - Epica. Parafrasi della "Invocazione e Protasi" dell'Iliade nella traduzione di Vincenzo Monti


Omero ILIADE
Libro Primo
Invocazione e Protasi

Parafrasi

Musa divina, ispira il mio canto, perché io possa narrare della rabbia mortale del figlio di Peleo, Achille, che produsse innumerevoli morti tra le file dei guerrieri Achei, mandando, prima che fosse giunta l’ora per essi stabilita, molti giovani guerrieri valorosi nell’Oltretomba e facendone orribile pasto per cani e uccelli di preda, così che si compisse la volontà del re degli dei, Zeus, da quando un feroce dissidio divise il re dei re Agamennone e il divino Achille.
Ma quale dio fece sorgere tra loro l’inimicizia?
Apollo, figlio di Latona e Zeus.
Egli, infatti, adirato con Agamennone, mandò una pestilenza mortale nel campo Acheo, così che molti uomini morivano: e la colpa fu del figlio di Atreo, che insultò Crise, il sacerdote d’Apollo.
Questi, infatti, era venuto all’accampamento Acheo, là dove giacevano le veloci navi greche, per portare un riscatto di grande entità per la figlia Criseide, bottino di guerra e schiava del re di Micene: tra le mani avvolte dalle sacre bende di lino aveva lo scettro d’oro di sacerdote del dio Apollo, abile arciere, e supplicava tutti gli Achei, ma soprattutto i due figli di Atreo, Agamennone e Menelao, i comandanti dell’esercito, con queste parole:
“Figli di Atreo, e voi Achei dai bei sandali, gli dei che abitano l’Olimpo vi concedano di espugnare la città di Priamo, Troia, e di tornare sani e salvi alle vostre patrie. Vi prego, liberate la mia amata figlia, accettate il riscatto e rispettate il volere del dio che servo, Apollo, che sa scagliar lontano le sue frecce!”