sabato 31 ottobre 2020

altro che halloween!

 Oggi i più piccoli festeggeranno (nei limiti del possibile) #Halloween, ma sarebbe bello che conoscessero anche l'antico rito veneto delle LUMERE. 

In questo periodo dell’anno, in Veneto, le zucche sono da sempre protagoniste della tradizione. 
Già nei secoli scorsi si usava intagliarle per inserirci all’interno delle candele; venivano quindi esposte sui davanzali o lungo i fossi e prendevano il nome di "SUCHE BARUCHE" o "LUMERE". 
Le zucche servivano ad illuminare la strada alle anime dei cari defunti, ma anche a spaesare quelle dei morti più dispettosi. 
La sera, i ragazzi si divertivano ad andare in giro con queste zucche per spaventare i passanti soprattutto nei pressi dei cimiteri; poi andavano di casa in casa a chiedere frutta secca, nocciole e castagne. 
In ogni famiglia, inoltre, si preparava "IL PIATTO DEI MORTI" con castagne, dolci, marroni, fave, e lo si lasciava sul tavolo o sui davanzali come dono per le anime.

martedì 27 ottobre 2020

ITALIANO 2^ - Letteratura. Cecco Angiolieri: "S'i fosse foco"


 

ITALIANO 2^ - Antologia. La Poesia: le figure retoriche



 


ALCUNE FIGURE RETORICHE

 

 

Si chiamano figure retoriche i diversi aspetti che il pensiero assume nel discorso per trovare efficace e viva espressione.

La funzione delle figure diventa essenziale all'interno di un discorso, non tanto per abbellirlo, quanto piuttosto per comunicare ad esso una particolare carica emotiva che consiste nel sorprendere il lettore e non lasciarlo indifferente

 

Allitterazione

L'allitterazione è una figura retorica che esalta rapporti fonetici tra le parole. Consiste nella ripetizione di una lettera di una sillaba o più in generale di un suono in parole successive. Il fenomeno avviene per lo più ad inizio di parola.

 fresche le mie parole nella sera

ti sien come il fruscio che fan le foglie” (D’Annunzio)

 

Onomatopèa

L'onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto o a un soggetto a cui si vuole fare riferimento.

 “il tuono rimbombò di schianto:

rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo” (Pascoli)

Metafora

Figura retorica consistente nella sostituzione di un termine con un altro connesso al primo da un rapporto di parziale sovrapposizione semantica. 

Achille è un leone”,

dove leone sostituisce guerriero audace 

 

Similitudine

Figura retorica che consiste nell'instaurare un paragone, un rapporto di somiglianza fra due cose o concetti

Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d'Adamo

gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo

(Dante Alighieri, Commedia, Inferno, Canto III)

 

Personificazione

La personificazione consiste nell'attribuzione di fattezze, comportamenti, pensieri, tratti (anche psicologici e comportamentali) umani a qualcosa che umano non è.

Oggetto di personificazione può ben essere un oggetto inanimato, un animale, ma anche un concetto astratto, come la pace, la giustizia, la vendetta etc.

ad esempio: Zacinto (o materna mia terra). (U. Foscolo)

 

Iperbato

Figura retorica consistente nel separare due parole strettamente connesse dal punto di vista sintattico mediante l’inserzione di una o più parole, in modo da determinare un ordine inconsueto o irregolare degli elementi della frase, con particolari effetti di suggestione poetica (tardo ai fiori ronzio di coleotteri, Montale).

 

Enjambement

E’ una parola francese che significa "inarcatura" e consiste nella continuazione di una frase al verso successivo, annullando così la pausa di fine verso.

Con l’enjambement la pausa ritmica di fine verso non coincide con una pausa logica perciò la frase si spezza a fine verso per concludersi al verso successivo. Es.:

Talor, mentre cammino per le strade

della città tumultuosa solo,

mi dimentico il mio destino d’essere

uomo tra gli altri, e, come smemorato,

anzi tratto fuor di me stesso, guardo

la gente con aperti estranei occhi.

(Camillo Sbarbaro, Talor, mentre cammino per le strade, vv.1/6)

 

Il secondo verso è strettamente legato al primo perché della città è il complemento di specificazione
del vocabolo strade.

Il quarto verso è legato al terzo perché uomo costituisce la parte nominale del verbo essere.
Anche il sesto e il quinto verso sono legati tra loro in quanto guardo rappresenta il verbo e la gente
il suo complemento oggetto.


sabato 24 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 2^ - La "Commedia" di Dante Alighieri: l'oltretomba dantesco


 

APPROFONDIMENTI LETTERARI 2^ - La "Commedia" di Dante Alighieri: Struttura e temi della Commedia (sintesi)

 

Struttura e Temi della “COMMEDIA” di Dante Alighieri

(sintesi)

 

Il poema è composto da 3 Cantiche (raccolta di canti ) ciascuna di 33 canti più 1 canto di introduzione; in totale l'opera è composta da 100 canti.

I canti sono composti in endecasillabi, raggruppati in terzine e con rima incatenata: la terzina dantesca.
L'opera racconta
è la narrazione di un viaggio immaginario e ultraterreno compiuto dal poeta, in seguito al suo smarrimento in una selva, attraverso l'Inferno e il Purgatorio sotto la guida del poeta latino Virgilio, e infine attraverso il Paradiso, fino alla visione diretta di Dio nell'Empireo, sotto la guida di Beatrice.

Il viaggio, che Dante fa cominciare la sera del venerdì santo del 1300, dura una settimana.

 

Il viaggio della Divina Commedia è un viaggio fantastico e allegorico, perché oltre al significato letterale dei versi c'è un significato più profondo.

Da questo significato allegorico, nascosto sotto quello letterale, scaturiscono il significato morale, cioè le norme che l'uomo deve seguire per non cadere nel peccato e quello anagogico, cioè universale, che non riguarda soltanto la storia personale del poeta ma quella di tutta l'umanità, smarrita nella vita peccaminosa, soprattutto perché non sorretta e guidata dalle due autorità che dovrebbero costantemente indicarle la via più giusta: il papa e l'imperatore, i cui poteri, secondo Dante, dovrebbero sempre rimanere distinti e non turbare, confondendosi e tentando a vicenda l'uno di prevaricare l'altro, l'ordine della società.

 

Per esempio la "selva oscura" è la vita di peccato che il poeta sta conducendo e tutto il viaggio è una avventura dello spirito per esprimere la sua visione del mondo , le sue idee, il suo concetto di bene e di male.

I valori della Divina Commedia sono quelli del medioevo, epoca in cui visse il poeta.

 

Inferno

Qui i Peccatori sono condannati secondo la cosiddetta "pena del contrappasso", ovvero una corrispondenza più o meno evidente esistente tra la pena inflitta ai dannati e la colpa commessa da loro in vita.

Superato l'Antinferno, dove sono puniti gli ignavi, e il limbo ove si trovano i non battezzati, si entra nel vero e proprio inferno.

L'inferno vero e proprio è strutturato in 4 sezioni:

Nella prima sono puniti gli incontinenti (coloro che non hanno saputo contenere le passioni);

Nella seconda sezione sono puniti coloro che usarono la violenza;

Nella terza sezione sono puniti coloro che usarono la frode;

Nella parte più profonda dell'Inferno, immersi nel ghiaccio, sono puniti i traditori e, siccome si possono tradire i parenti, la patria, gli amici e i propri familiari, il IX cerchio è ripartito in quattro zone.

 

Purgatorio

Anche il purgatorio è diviso in tre parti:

1 - Antipurgatorio, dove stanno i negligenti, cioè coloro che per pigrizia hanno aspettato a pentirsi fino all'ultimo istante della vita. Sono divisi in quattro gruppi:

- Gli scomunicati che devono stare nell'antipurgatorio trenta volte il tempo che durò la scomunica
- I pigri

- I morti di morte violenta

- Gli amanti della gloria terrena

Questi gruppi sosteranno nell'antipurgatorio tanti anni quanti vissero

2 - Purgatorio: luogo in cui più si sale e più leggera è la colpa e quindi la pena

Il purgatorio è diviso in sette cornici: i superbi, gli invidiosi, gli iracondi, gli accidiosi, gli avari, i golosi ed i lussuriosi

3 - Paradiso terrestre dove convergono le anime purgate prima di vedere Dio

 

Paradiso

Il paradiso descritto da Dante è, in linea generale, conforme a quello cristiano di S. Tommaso e a quello della scienza cosmica medioevale.

Secondo il sistema tolemaico da lui seguito, la Terra sta ferma nell'Universo e intorno ad essa ruotano nove cieli (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Cielo stellato, Primo mobile); il decimo cielo, l'Empireo, che tutti li avvolge, è immobile perché li è Dio.

Intorno a Lui, festosi e splendenti, girano nove cori angelici assieme ai quali sono le anime beate disposte in forma di Candida Rosa.

Tutti i Beati hanno dunque sede nell'Empireo e sono più o meno vicini a Dio secondo i loro meriti.

Beatrice che rappresenta la Grazia, guida il poeta di cielo in cielo fino alla visione di Dio.

 

APPROFONDIMENTI LETTERARI 2^ - La "Commedia" di Dante Alighieri: Dante Alighieri, il suo tempo, la Commedia




















 

giovedì 8 ottobre 2020

ITALIANO 2^ - Letteratura. Iacopone da Todi: vita e "Pianto della Madonna"

 

BIOGRAFIA DI IACOPONE DA TODI

https://it.wikipedia.org/wiki/Jacopone_da_Todi

 

Iacopóne da Todi (Iacopo dei Benedetti). - Poeta (n. Todi - m. Collazzone 1306). È il mistico che diede alla poesia italiana le note più acute di un'esperienza religiosa vissuta nelle sue accese esaltazioni, nei suoi prorompenti entusiasmi e nelle sue tormentose nostalgie del divino. Le sue laudi, tra cui il Pianto della Madonna costituisce uno dei suoi capolavori, documentano la storia di un'anima che dal ricordo e dalla meditazione del peccato attinge le vette della sua essenza spirituale, operando secondo la volontà di Dio: ne scaturisce una poesia didascalica e morale le cui forme sono il crudo realismo che, negato spiritualmente, si afferma in rappresentazioni concrete, scabre e discordanti. Tra i suoi componimenti occorre segnalare anche la preghiera in latino Stabat mater.

VITA

Incerta la sua biografia, mista di elementi leggendari. Nato nel quarto decennio del sec. XIII, pare esercitasse la professione legale, e fosse amante dei piaceri mondani. La morte della moglie (secondo la leggenda, Vanna, figlia di Bernardino di Guidone dei conti di Coldimezzo), avvenuta durante una festa, per il crollo di una volta (1268), determinò l'improvvisa conversione del marito, che vestì l'abito dei terziarî francescani, si diede per dieci anni alla penitenza, ed entrò infine nell'ordine dei frati minori (1278). Nel contrasto tra gli spirituali e i conventuali fu coi primi, e perciò avverso a Bonifacio VIII. Fu infatti tra i firmatarî del manifesto di Lunghezza con cui si deponeva Bonifacio e si chiedeva la convocazione del concilio (10 maggio 1297). Quando il papa occupò Palestrina, fortezza dei Colonna che proteggevano gli spirituali, Iacopone, che era lì, patì la prigione a Castel S. Pietro sino alla morte di Bonifacio, da lui invano supplicato perché gli togliesse la scomunica. Benedetto XI lo liberò da questa e dalla prigionia; egli allora si ritirò nel convento di S. Lorenzo a Collazzone: dal Quattrocento è sepolto e venerato in San Fortunato a Todi.

 

 

Iacopone da Todi – PIANTO DELLA MADONNA

 

Nunzio 
Donna de’ paradiso,
lo tuo figliolo è priso,
Jesu Cristo beato.
Accurre, donna, e vide

che la gente l’allide!
credo che ‘llo s’occide,
tanto l’on flagellato.

Madonna
Como esser porrìa
che non fece mai follia,
Cristo, la speme mia,
om’ l’avesse pigliato ?

Nunzio
Madonna, egli è traduto,
Juda sì l’ha venduto
trenta denar n’ha ‘vuto,
fatto n’ha gran mercato.

Madonna
Succurri, Magdalena,
gionta m’è adosso piena!
Cristo figlio se mena,
como m’è annunziato.

Nunzio
Succurri, Donna, aiuta!
ch’al tuo figlio se sputa
e la gente lo muta,
hanlo dato a Pilato.

Madonna
O Pilato, non fare
lo figlio mio tormentare,
ch’io te posso mostrare
como a torto è accusato.

Popolo
Crucifige, crucifige!
Omo che se fa rege,
secondo nostra lege,
contradice al senato.

Madonna
Priego che m’entendàti,
nel mio dolor pensàti;
forsa mò ve mutati
de quel ch’avete pensato.

Nunzio
Tragon fuor li ladroni
che sian suoi compagnoni.


Popolo
De spine se coroni!
ché rege s’è chiamato.

Madonna
O figlio, figlio, figlio!
figlio, amoroso giglio,
figlio, chi dà consigli
o al cor mio angustiato?

Figlio, occhi giocondi,
figlio, co’ non respondi?
figlio, perché t’ascondi
dal petto o’ se’ lattato?

Nunzio
Madonna, ecco la cruce,
che la gente l’aduce,
ove la vera luce
dèi essere levato.

Madonna
O croce, que farai?
el figlio mio torrai?
e che ce aponerai
ché non ha en sé peccato ?

Nunzio
Succurri, piena de doglia,
ché ‘l tuo figliol se spoglia;
e la gente par che voglia
che sia en croce chiavato.

Madonna
Se glie tollete ‘l vestire,
lassàtelme vedire
come ‘l crudel ferire
tutto l’ha ‘nsanguinato.

Nunzio
Donna, la man gli è presa
e nella croce è stesa,
con un bollon gli è fesa,
tanto ci l’on ficcato!

L’altra mano se prende,
nella croce se stende,
e lo dolor s’accende,
che più è multiplicato.

Donna, li piè se prenno
e chiavèllanse al lenno,
onne iontura aprenno
tutto l’han desnodato.

Madonna
Ed io comencio el corrotto.
Figliolo, mio deporto,
figlio, chi me t’ha morto,
figlio mio delicato ?

Meglio averìen fatto
che ‘l cor m’avesser tratto,
che, nella croce tratto,
starce descilïato.

Cristo
Mamma, o’ sei venuta?
mortal me dài feruta,
ché ‘l tuo pianger me stuta,
ché ‘l veggio sì afferrato.

Madonna
Figlio, che m’agio anvito,
figlio, patre e marito,
figlio, chi t’ha ferito?
figlio, chi t’ha spogliato?

Cristo
Mamma, perché te lagni?
voglio che tu remagni,
che serve i miei compagni
ch’al mondo agio acquistato.

Madonna
Figlio, questo non dire,
voglio teco morire,
non me voglio partire,
fin che mò m’esce il fiato.

Ch’una agiam sepultura,
figlio de mamma scura,
trovarse en affrantura
mate e figlio affogato.

Cristo
Mamma col core affetto,
entro a le man te metto
de Joanne, mio eletto;
sia il tuo figlio appellato.

Joanne, esta mia mate
tollela en caritate
aggine pietate
ca lo core ha forato.

Madonna
Figlio, l’alma t’è uscita,
figlio de la smarrita,
figlio de la sparita,
figlio attossicato!

Figlio bianco e vermiglio,
figlio senza simiglio
figlio a chi m’appiglio?
figlio, pur m’hai lassato.

Figlio bianco e biondo,
figlio, volto iocondo,
figlio, perché t’ha el mondo,
figlio, così sprezato?

Figlio, dolce e piacente,
figlio de la dolente,
figlio, hatte la gente
malamente treattato!

O Joanne, figlio novello,
morto è lo tuo fratello,
sentito aggio ‘l coltello
che fo profetizzato.

Che morto ha figlio e mate
de dura morte afferrate,
trovarse abracciate
mate e figlio a un cruciato.

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=krtjIL9TUgk

 

mercoledì 7 ottobre 2020

ITALIANO 2^ - Grammatica/Sintassi della proposizione: il predicato





 

GEOGRAFIA 2^ - Generalità dell'Europa

 

Il continente europeo si trova nell’emisfero boreale, praticamente interamente a Est del meridiano di Greenwich.

Il territorio del continente europeo si presenta disomogeneo e le sue coste hanno un andamento molto irregolare. Il continente europeo comprende vaste penisole e isole di grandi dimensioni e il suo ambiente fisico è generalmente favorevole all’insediamento umano, anche se sul continente europeo sono presenti alcune formazioni vulcaniche ancora attive.

La parte più giovane del continente europeo è quella meridionale.

Le pianure più grandi dell’Europa si trovano nella regione Russa.

La catena montuosa delle Alpi prosegue nelle catene Asiatiche.

Il continente europeo è densamente popolato soprattutto nelle zone Occidentali.

Il clima europeo è fortemente influenzato dalla vicinanza dell’Oceano Atlantico.

Le fasce climatiche del continente europeo sono quattro (climi mediterraneo, alpino e nordico, oceanico o atlantico, continentale).

Il clima mediterraneo è caratterizzato da lunghe estati calde e asciutte e inverni miti.

Il clima alpino e nordico ha inverni lunghi e molto freddi ed estati brevi e fresche.

Il clima oceanico o atlantico è sufficientemente mite anche durante l’inverno e molto piovoso in tutte le stagioni.

Il clima continentale è piuttosto rigido, abbastanza asciutto e con forti escursioni termiche.

Il Mare Mediterraneo rende mite il clima di una parte dell’Europa.

Particolarmente favorite dal clima, dal punto di vista delle risorse economiche naturali, sono le regioni del bacino del Mediterraneo che, perciò, sono densamente popolate.

La sequenza dei confini dell’Europa, da Est e Est, in senso orario, è la seguente: Monti Urali, fiume Ural, Caucaso, Stretti del Bosforo e dei Dardanelli, Mar Mediterraneo, stretto di Gibilterra, Oceano Atlantico, Mar Glaciale Artico, Monti Urali.

martedì 6 ottobre 2020

STORIA 2^ . Le esplorazioni geografiche della seconda metà del XV secolo











 

ITALIANO 2^ - Letteratura. Francesco d'Assisi: Laus Creaturarum (Cantico delle Creature)

 

S. FRANCESCO D’ASSISI - Cantico delle Creature

 

« Altissimu, onnipotente, bon Signore,

tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »

 

PARAFRASI  del Cantico delle Creature di S. Francesco d’Assisi

 

Mio Signore, grande, onnipotente e sorgente di ogni bontà, a Te va ogni azione di lode, di glorificazione, di onore e di benedizione: si addicono solamente a Te e nessun uomo è degno di nominarTi senza grandi riverenza, amore e rispetto.

 

Tu sia lodato, o mio Signore, insieme a tutto ciò che hai creato, e in special modo insieme a fratello sole, che ci porta la luce del giorno e grazie al quale illumini anche noi: egli è bello, radioso e splendido ed è il simbolo di Te, mio grande Signore.

Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella luna e per le stelle: le hai create in cielo luminose, preziose come gemme e belle.

Tu sia lodato, o mio Signore, per fratello vento e per l’aria e il cielo, sia esso sereno che denso di nubi, e per ogni stagione: grazie ad essi dai vita alle Tue creature.

Tu sia lodato, o mio Signore, per sorella acqua, che molto ci è utile; ed è umile, preziosa e pura.

Tu sia lodato, o mio Signore, per fratello fuoco, grazie al quale illumini il buio della notte: esso è bello, gioioso, e mostra forza e robustezza.

Tu sia lodato, o mio Signore, per la nostra sorella e madre, la terra, che ci sostiene e ci dà da vivere, e ci offre molte frutta e fiori di tanti colori e tanti tipi di piante.

Tu sia lodato, o mio Signore, per quelli che sanno perdonare grazie all’amore che Tu ci hai insegnato; e patiscono e soffrono ogni genere di infermità e di dolore. Beati coloro che sapranno sopportare senza ribellarsi, perché saranno premiati da Te, mio grande Signore.

Tu sia lodato, o mio Signore, per la nostra sorella morte del corpo, dalle quale nessun uomo che viva può fuggire: guai a coloro che moriranno trovandosi nella condizione di peccatori; e beati, invece, coloro che la morte troverà mentre adempiranno al Tuo santo volere, perché per costoro non vi sarà anche la dolorosa morte dell’anima.

 

Lodate e benedite tutti il mio Signore, e ringraziateLo e serviteLo, con grande umiltà, consapevoli di essere poca cosa davanti a Lui.

 

 

sabato 3 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI 2^ - La "Commedia" di Dante Alighieri: vita e opere di Dante Alighieri

 

DANTE ALIGHIERI

 

La Vita

 

Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 in una famiglia della piccola nobiltà fiorentina. Dopo aver studiato presso i frati minori, il suo primo e più importante maestro di arte e di vita è Brunetto Latini, che in questi anni ha una notevole influenza sulla vita politica e civile di Firenze. Dante cresce in un ambiente "cortese" e stringe amicizia con alcuni dei poeti più importanti della scuola stilnovistica: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia.

Ancora giovanissimo, a nove anni, incontra Bice Portinari (figura femminile centrale nell'opera del nostro poeta, che egli chiamerà Beatrice), a cui Dante è legato da un amore profondo e sublimato dalla spiritualità stilnovistica. La rivede poi a diciotto anni, ma, poco dopo, nel 1290, Beatrice muore. Dopo questa disgrazia il poeta vive un momento di crisi.

Dante, a partire dal 1295, entra attivamente e coscientemente nella vita politica della sua città.

La sua carriera politica raggiunge l'apice nel 1300 quando, guelfo di parte bianca, viene eletto priore (la carica più importante del comune fiorentino): il poeta è un politico moderato, tuttavia convinto sostenitore dell'autonomia della città di Firenze, che deve essere libera dalle ingerenze del potere del Papa . L'anno successivo, il papa Bonifacio VIII decide di inviare a Firenze Carlo di Valois, fratello del re di Francia, con l'intenzione nascosta di eliminare i guelfi bianchi dalla scena politica. Il poeta non ritornerà mai più nella sua città natale e verrà condannato ingiustamente all'esilio.

Inizia un pellegrinaggio per l'Italia. Prende contatto con Bartolomeo della Scala a Verona e con i conti Malaspina in Lunigiana, e, tra il 1304 e il 1307, compone il Convivio (poi rimasto interrotto) per acquisire meriti di fronte all'opinione pubblica (per lungo tempo coltiva l'illusione di poter essere richiamato nella sua città come riconoscimento della sua grandezza culturale). Appartiene allo stesso periodo il De Vulgari Eloquentia. Col passare degli anni Dante inizia a vedere il suo esilio come simbolo del distacco dalla corruzione, dagli odi e dagli egoismi di parte. La denuncia e il tentativo di indirizzare di nuovo l'uomo verso la retta via sono per lui l'ispirazione di una nuova poesia che prende forma nella Commedia.

Muore a Ravenna nel 1321.

 

 

Le Opere

 

1295: Vita Nova. Raccolta delle poesie giovanili, scritte fra il 1293 e il 1295. Un'autobiografia spirituale, dove l'amore (per Beatrice) non è descritto nella sua forma sensibile e terrena , ma come un sentimento che porta a un amore e a un ideale di vita più alti.

 

1304-1306: De Vulgari Eloquentia. Scritto in latino, con regole sull'arte dello scrivere in italiano volgare. Ponendosi il dubbio della giusta o sbagliata diffusione della lingua volgare.

 

1304-1307: Convivio. Scritto nei primi anni dell'esilio, in lingua volgare. Cerca di convincere gli uomini di potere che lo studio della filosofia e il rispetto delle leggi morali sono una condizione necessaria per la convivenza degli uomini nella società.

 

1306-1321: Commedia. È il capolavoro di Dante e l'opera che racchiude tutta la sua esperienza. È composta da tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ciascuna delle quali comprende 33 canti, scritti in terzine di endecasillabi, eccetto l'Inferno che contiene un canto in più quale prologo all'intera opera. L'Inferno viene completato probabilmente verso il 1309, il Purgatorio verso il 1312, il Paradiso verso il 1318.

 

1310-1313: De Monarchia. Scritto in latino. Affiora il tema politico. Per il poeta, l'unica forma di governo che possa assicurare la pace e la sicurezza, è la monarchia, una monarchia universale, che rifletta l'unicità e l'universalità del regno di Dio e garantisca la pace, la giustizia e la libertà degli uomini.

 

Le Rime. Raccolta, ordinata dai posteri, dei componimenti poetici che Dante scrive nel corso della sua vita e che sono legati alle varie esperienze di vita del poeta.